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Gusto on the road: a Montalcino in visita alla cantina Biondi Santi

Gustoblog alla scoperta delle eccellenze italiane, a Montalcino, patria del brunello in visita alla cantina Biondi Santi

[blogo-video id=”184719″ title=”Gusto on The Road: Biondi Santi, il papà del Brunello” content=”” provider=”brid” video_brid_id=”” video_original_source=”” image_url=”https://s3.eu-west-1.amazonaws.com/video.blogo.it/thumb/rFccv3xu-640.jpg” thumb_maxres=”0″ url=”234875″ embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTg0NzE5JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSBjbGFzcz0nbXBfdmlkZW9fdGhlbWUgaWZyYW1lX19tcF92aWRlb190aGVtZScgc3JjPSJodHRwczovL2d1c3RvYmxvZy5hZG1pbi5ibG9nby5pdC92cC8xODQ3MTkvIiBhbGxvd2Z1bGxzY3JlZW49InRydWUiIHdlYmtpdGFsbG93ZnVsbHNjcmVlbj0idHJ1ZSIgbW96YWxsb3dmdWxsc2NyZWVuPSJ0cnVlIiBmcmFtZXNwYWNpbmc9JzAnIHNjcm9sbGluZz0nbm8nIGJvcmRlcj0nMCcgZnJhbWVib3JkZXI9JzAnIHZzcGFjZT0nMCcgaHNwYWNlPScwJz48L2lmcmFtZT48c3R5bGU+I21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE4NDcxOXtwb3NpdGlvbjogcmVsYXRpdmU7cGFkZGluZy1ib3R0b206IDU2LjI1JTtoZWlnaHQ6IDAgIWltcG9ydGFudDtvdmVyZmxvdzogaGlkZGVuO3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fSAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTg0NzE5IC5icmlkLCAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTg0NzE5IGlmcmFtZSB7cG9zaXRpb246IGFic29sdXRlICFpbXBvcnRhbnQ7dG9wOiAwICFpbXBvcnRhbnQ7IGxlZnQ6IDAgIWltcG9ydGFudDt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O2hlaWdodDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O308L3N0eWxlPjwvZGl2Pg==”]

La Toscana è una regione splendida, per la storia, i borghi, i paesaggi e le terre, ma anche per i suoi cibi e naturalmente per i vini. Siamo andati alla ricerca delle eccellenze locali, e dopo un giro con la DS5 Hybrid Travelblog in Val D’Orcia abbiamo fatto tappa a Montalcino, la patria del vino Brunello. E se parliamo di Montalcino e quindi di Brunello, non possiamo non parlare della Tenuta il Greppo e di Biondi Santi, un’azienda vinicola con oltre duecento anni di storia ma soprattutto “la cantina” dove storicamente nacque il Brunello.

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Una visita a Montalcino e alle cantine Biondi Santi vale il viaggio, per la degustazione dei vini sicuramente, ma anche per vivere dal vivo l’amore, la passione e la cura che al Greppo hanno per l’uva, i vigneti, la vinificazione e il loro vino.

Ripercorriamo insieme un po’ di storia di questo vino toscano pregiatissimo e famoso in tutto il mondo. Innanzitutto il brunello è un vino toscano di grande qualità che nasce verso la metà del 1800 quando Clemente Santi, chimico e farmacista, insieme a Jacopo Biondi operano una selezione del vitigno Sangiovese Grosso, il più indicato per produrre un vino di alta qualità.

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A monte di questa selezione c’è una precisa volontà di creare un vino italiano “sofisticato” da invecchiamento, longevo e di struttura. A Montalcino in quegli anni si produceva solo Chianti e Moscatello da una vinificazione rapida. Clemente Santi si discostò completamente da ciò e struttura il vino come vino da invecchiamento seguendo gli insegnamenti dei grande chateau francesi e organizza questa sua lavorazione prevedendo 4 anni di affinamento nelle botti di rovere di Slavonia.

Nel 1869 viene presentato il primo vino chiamato “Vino rosso scelto” affiancato per la prima volta dal nomignolo “brunello”. Si tratta di una vendemmia del ‘65, cioè un vino invecchiato 4 anni. La denominazione ufficiale Brunello si collega invece al vino del 1888 di Ferruccio Biondi Santi.

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Il vino è fatto in vigna e non in cantina, la mano dell’enologo è invisibile e serve solo per “accompagnare” il vino. Si usano grandi botti di rovere di Slavonia perché più è grande la botte e maggiore sarà il contenuto, quindi minore sarà il rapporto di contatto e l’influenza del legno e più lenta sarà l’ossigenazione. I vini Biondi Santi sono meno equilibrati e meno pronti nei primi anni rispetto agli altri, maturano lentamente e hanno bisogno di affinamento in bottiglia.

Il clone definitivo venne scelto e codificato negli anni 70 e registrato con l’università di Firenze; degli 80 cloni solo un BBS11 rispetto al f5 che viene usato per la maggior parte dei brunelli. I vini del Greppo nascono tutti dal BBS 11 che è l’unico clone utilizzato, i diversi vini poi scaturiscono da vigne diverse classificate in base all’età. Tutto avviene in modo del tutto naturale cioè, in base a quello che la natura offre durante l’anno; gli unici trattamenti al terreno sono sostanze che possono mancare, minerali più possibili naturali.

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Nella cantina Biondi Santi si utilizzano 4 botti del 1888 e altre 3 del 1930. Sono tutte di rovere di slavonia tutte grandi e con legni invecchiati, solo così si può garantire affinamento e ossigenazione lenta senza sentori esterni all’uva. La classificazione della vendemmia è quella interna all’azienda non quella del consorzio del brunello con le stelle. Se non ci sono caratteristiche di longevità e struttura non si fa il brunello.

La Tenuta del Greppo si sviluppa su 47 ettari, ha una superficie coltivata a Sangiovese grosso di 25 ettari, di cui circa 5 di vecchi impianti (dal 1930 al 1972), 8 ettari di vecchi impianti (del 1988/89), 6 ettari di recente impianto (del 2000/2001). Le rese per ettaro sono bassissime: tra i 30 e i 50 quintali di uva; raramente la produzione supera le 80.000 bottiglie, comprese circa 10.000 bottiglie di Riserva (solo nelle vendemmie eccezionali).

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La vendemmia è completamente manuale. Ad oggi si producono Il Rosso di Montalcino, il Brunello Annata e il Brunello Riserva; non tutti gli anni si segue questa classificazione, dipende dalla qualità della vendemmia. Il Rosso nasce da vigne di 5-10 anni e ha una fase di affinamento di 3 anni, il Brunello Annata da vigne “vecchie” dai 10 ai 25 anni e si trova sul mercato solo dopo 5 anni, mentre il Brunello Riserva nasce solo da vigne che hanno più di 25 anni fino agli 80 della più vecchia e viene immesso sul mercato solo dopo 6 anni di affinamento e fermentazione esclusivamente in botte di rovere di Slavonia.

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Per quanto riguarda gli invecchiamenti un rosso standard può maturare 15-20 anni anche oltre, il Brunello Annata anche 30-40 anni, il Riserva oltre i 50 anni. Alla cantina Biondi Santi si effettua anche la ricolmatura un procedimento che, sfruttando il vino della medesima vendemmia permette di controllare, certificare e ricolmare la propria Riserva con il vino mancante, senza alterare quindi l’evoluzione naturale del vino stesso. A testimonianza di questo al Greppo hanno 2 Brunelli del 1888 e 5 del 1891 perfettamente conservati e ricolmati diverse volte.

Difficile raccontare e trasmettere l’emozione che si prova in una visita guidata al Greppo; l’atmosfera che si respira è sensazionale, un mix di passione, storia e tradizione nel segno del massimo rispetto per la terra e la vigna, per ottenere un vino apprezzato e richiesto in tutto il mondo. Un’eccellenza italiana che vale la pena di conoscere e assaggiare.

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