Tempo di Pasqua, tempo di agnello per tutti, anche per i più piccini. Eh già, perché la carne di agnello, secondo i manuali dello svezzamento tradizionale, è in assoluto la prima che si propone ai piccoletti che a 6 mesi iniziano faticosamente a digerire le loro prime pappe. Questo perché più digeribile e nutriente, capace di fornire il giusto apporto di acidi grassi a lunga catena che tanto servono all’organismo in crescita, specie per la maturazione del cervello e del sistema visivo.
Detto questo, meglio scegliere, però, una carne giovane e tenera, cioè l’agnellino da latte e facciamo attenzione a non sgrassarlo quando lo cuciniamo, altrimenti addio acidi grassi. Per quanto riguarda il piacere del palato, escludendo i bimbi più piccoli che mangeranno l’agnello in forma omogeneizzata, aggiunto a pappe e minestrine, per gli altri possiamo sbizzarrirci, a patto che ci siano i primi dentini, perché la carne d’agnello a volte può essere sfilacciosa.
Mia figlia già l’estate scorsa che aveva appena un anno e mezzo addentava con gusto gli arrosticini, ma da non perdere è anche lo spezzatino d’agnello, magari cucinato in umido con piselli e patate: i bimbi, infatti apprezzano molto il piatto unico che a volte fa approvare addirittura le verdure. Se avete voglia di tritare e sminuzzare, sappiate che con l’agnello si preparano ottime polpette con l’aggiunta di erbette e morbido pane ammollato nel latte.
Per chi ha voglia di rosicchiare, infine, sempre buono è l’abbacchio a scottadito alla romana, oppure cotto in padella e addolcito dalla salsa di pomodoro (alla pizzaiola); infine, per un peccato di gola da non ripetere troppo spesso, le costolette panate e cotte in forno o perfino fritte: per veri bambini gourmet.
Foto | Leslie
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