A quanto pare esistono anche i sassariani o pietrivori che dir si voglia: sono coloro che mangiano pietre (e non per un qualche disturbo, come la pica per esempio). A ben guardare sassariani saremmo tutti noi, anche i vegani! Da un lato è vero, dall’altro è un modo di presentare la realtà in maniera complottistica.
Perché è vero che tutti noi siamo sassariani o pietrivori? Secondo il blog Fruttalia: “Dobbiamo sapere, che chi consuma sale o zucchero in realtà sta assumendo nel corpo sostanza del regno minerale, cristalli sassi, pietrine, … sì magari minuscole, ma sempre al mondo minerale appartengono”. Secondo quello stesso blog essere pietrivori fa parte del nostro essere condivori, vale a dire di persone che mangiano condendo gli alimenti, cosa negativa secondo loro perché “la nostra bocca non è tarata per gustare quei tipi di cibo [cioè cibi conditi, ndr]”. E proseguono: “Cosa accade invece con la frutta? Un’esplosione di gusto, di sapore e di odori che ci riempiono l’anima prima ancora che lo stomaco”. In pratica, sarebbe tutto un complotto ai danni della nostra salute perché, sempre a detta del blog Fruttalia, è interesse dell’industria alimentare nascondere il fatto che noi mangiamo pietre: “è chi propone alimenti conservati o è inconsapevole a sua volta, o è intenzionato a nascondere questa realtà per fini commerciali”.
Personalmente, come appare evidente dai post che scrivo per Gustoblog, sono per una dieta consapevole e per un lungo periodo sono stato fruttariano; al momento mangio senza condire gli alimenti per una questione di gusto (checché ne dica il blog Fruttalia mangiare senza sale non vuol dire nutrirsi di qualcosa di “nauseante”: semplicemente vuol dire mangiare senza sale!): non mi si può, quindi, accusare di essere “intollerante” verso chi propone altre scelte alimentari. Eppure credo che questa volta sia stato commesso un grosso errore da parte dell’autore del post sui sassariani o pietrivori: si è, ancora una volta, preferito attaccare (e non argomenti risibili, mi si permetta) gli onnivori, invece di mostrare quanto sia interessante un altro modo di alimentarsi.
Purtroppo è un classico: spesso chi non è onnivoro non solo è intransigente ma si pone anche su un piedistallo per giudicare chi non segue la scelta che lui ha fatto (e questo si perpetua anche all’interno del “loro” mondo: capita che i vegani si sentano migliori dei vegetariani e i crudisti migliori dei vegani e i fruttariani migliori dei crudisti…). In pochi parlano della gioia dell’essere vegetariani, vegani, crudisti, fruttariani (anche se c’è chi lo fa, ovviamente, come ho avuto modo di sottolineare nello scrivere del libro Fruttarismo, la via verso il Paradiso di Anne Osborne). Finché si continuerà su questa linea accusatoria il “senso comune” non la smetterà certo di percepire chi si nutre in maniera “alternativa” alla stregua di una setta. Il dialogo è fondamentale, anche a tavola.
Riproduzione riservata © 2024 - GB