Annata nera per l’olio d’oliva italiano. Una recente inchiesta di Repubblica avrebbe mostrato come questo 2014 possa essere considerato come una stagione poco produttiva per uno degli ingredienti protagonisti della dieta mediterranea.
Le condizioni meteo piuttosto instabili hanno aiutato a creare delle situazioni poco favorevoli alla produzione: l’unica ondata di caldo di giugno, infatti, ha provocato il disseccamento dei fiori compromettendo la produzione di frutti. E quelli sopravvissuti hanno dovuto lottare contro alti tassi di umidità, piogge abbondanti e poco sole.
La situazione climatica di questa estate, inoltre, ha accentuati il proliferare di attacchi di numerosi parassiti, come quello di una mosca famelica che ha compiuto una vera e propria strage: questo insetto, infatti, è riuscito a “bersi” ben una bottiglia di olio su tre.
E a peggiorare la situazione non potevano mancare le tempeste e la grandine che a metà settembre hanno letteralmente spazzato via le olive da moltissimi alberi della Toscana, terra di eccellenza di produzione dell’olio d’oliva, dove si è registrato un crollo produttivo anche del 90%.
E’ così che nelle settimane scorse i frantoi italiani hanno lavorato a scartamento ridotto e oggi, ad olive frante e olio fatto, non si può che parlare di bollettino di guerra: nel centro Italia, infatti, la produzione risulta dimezzata rispetto allo scorso anno. E la qualità non è di certo di quelle migliori.
Parliamo ora di prezzi: se di olio d’oliva italiano se ne trova poco in giro, il costo di ogni bottiglia è alla stelle. In un periodo di spending review non c’è niente di peggio che un aumento dei prezzi di un ingrediente così comune nelle nostre tavole.
E il colpo di grazia arriva dalle importazioni che negli ultimi mesi sono aumentate del 45%. Considerando che sono molte le multinazionali che acquistano olio straniero e lo rivendono nei nostri supermercati facendo leva sulla poca trasparenza delle etichette, saranno in molti i consumatori ad essere raggirati che acquisteranno bottiglie di olio d’oliva credendo sia Made in Italy ma che del Belpaese hanno solo la marca.
A tal proposito la Coldiretti nelle ultime ore ha lanciato l’allarme sull’invasione di olio di oliva straniero: in base ai dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2014
Se il trend sarà mantenuto l’arrivo in Italia di olio di oliva straniero raggiungerà nel 2014 il massimo storico con un valore pari al doppio di quello nazionale che registra un produzione attorno alle 300mila tonnellate. In altre parole due bottiglie su tre riempite in Italia contengono olio di oliva straniero. Un consiglio: leggere bene l’etichetta, soprattutto nelle parti scritte con caratteri minuscoli.
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photocredit: Gabriele Tudico
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