Le reginette alla Vittorio Emanuele (ma vanno bene anche tajarin, spaghetti e tagliatelle) erano il piatto preferito del re. Ecco la ricetta.
Reginette, tajarin, spaghetti: il formato di pasta in questo caso assume un ruolo marginale. A farla da padrone infatti è il ricco condimento a base di prosciutto e funghi che, nelle versioni più pregiate, prevede l’utilizzo anche del tartufo. Il piatto in questione sono le reginette alla Vittorio Emanuele.
Pare infatti che il sovrano fosse un grande estimatore della cucina piemontese e amasse coccolarsi con questi piatti anche durante i suoi viaggi. Non stupisce quindi che la ricetta originale sia un vero e proprio trionfo di sapori nati dalla combinazione di prosciutto, funghi, uova, panna, parmigiano e animelle. La versione della pasta alla Vittorio Emanuele che vi proponiamo è quella più moderna (e leggera) ma non mancheremo di rivelarvi come veniva preparata oltre 200 anni fa.
Ingredienti
Per la pasta alla Vittorio Emanuele
-
Tagliatelle secche – 320 g -
Cipolla – 1 -
Prosciutto cotto – 200 g -
Funghi porcini – 200 g -
Vino bianco – 1/2 bicchiere -
Uova – 3 -
Parmigiano grattugiato – 2 cucchiai -
Prezzemolo tritato – q.b. -
Sale – q.b.
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1
Per prima cosa tagliate a listarelle il prosciutto cotto e rosolatelo in padella con il burro. Dopo qualche minuto scolatelo con una schiumarola e trasferitelo su un piatto, lasciando il condimento in padella.
2
Tritate finemente la cipolla e fatela imbiondire un paio di minuti quindi unite i funghi porcini tagliati a fettine e sfumate con il vino. In pochi minuti saranno cotti e potrete aggiustare di sale. Unite il prosciutto e tenete in caldo.
3
Mettete a cuocere la pasta in abbondante acqua salata. Noi abbiamo utilizzato delle tagliatelle fresche ma vanno bene anche le reginette o i tajarin, il formato di pasta preferito dal sovrano.
4
Nel frattempo sbattete le uova con il parmigiano. Una volta pronta la pasta, scolatela e saltatela in padella con il condimento, unite le uova e fatele rapprendere. Servite completando con una spolverata di prezzemolo tritato fresco.
Per un sapore più deciso, al posto del parmigiano potete utilizzare una parte di pecorino. Via libera poi al formato di pasta che preferite. Sicuramente in casa avrete degli spaghetti: potete utilizzarli senza intaccare la bontà della ricetta anche se a nostro parere la pasta all’uovo è davvero perfetta insieme a questo ricco condimento.
Conservazione
Vi consigliamo di preparare e gustare questo piatto al momento. Raffreddandosi infatti le uova tendono a trasformare il piatto in una frittata.
Origine e storia
La ricetta venne elaborata per la prima volta dalla Contessa Rosa Vercellana di Mirafiori e Fontanafredda per il re suo sposo. Il sovrano infatti, oltre ad amare i sigari, era un grande estimatore della cucina piemontese. Non a caso la ricetta originale ne racchiude molti dei sapori più caratteristici.
Pare che la ricetta nacque a Roma, dove il re era solito solito soggiornare. In un certo senso infatti il piatto richiama una preparazione tipica della città: la celebre carbonara. C’è da dire però che di quest’ultima ha solo le uova.
La ricetta originale del piatto è contenuta ne La cucina storica dello chef Bruno Cantamessa. Per tradizione infatti, dopo aver cotto i funghi, nel fondo di cottura si aggiungono le animelle di agnello precedentemente sbollentate e tagliate a fettine. Le uova poi vanno sbattute insieme alla panna prima di essere aggiunte in padella. A completare il piatto, c’era spesso del tartufo bianco affettato al momento.
Insomma, alcuni ingredienti della ricetta sono stati tolti in modo da renderla più adatta ai gusti moderni. Non cambia però la sostanza di questo piatto regale. Se poi volete provare un altro piatto molto amato dal sovrano, allora vi consigliamo di rimanere in Piemonte con il bollito misto.
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