La mostarda di uva è una preparazione deliziosa che ben si sposa con carne e formaggi. Ecco come si prepara.
La mostarda di uva può essere paragonata a una confettura. La differenza principale tra i due prodotti sta nel quantitativo di zucchero presente, che nella mostarda è davvero ridotto. È proprio questa sua caratteristica infatti a differenziare le due preparazioni e il loro utilizzo. La mostarda di uva si può preparare con qualsiasi varietà di uva, anche da tavola o da vino, ma la migliore risulta essere l’uva fragola per via del suo alto tenore zuccherino.
Il procedimento è piuttosto lungo: ci vorranno circa 2 ore di cottura prima che la salsa assuma la sua caratteristica consistenza, densa e liscia. Per quanto riguarda gli abbinamenti invece, la mostarda di uva è ottima con i secondi piatti di carne ma soprattutto con i formaggi dal sapore deciso. Insieme al mascarpone invece, dà vita a un delizioso dessert.
Come preparare la ricetta della mostarda d’uva
- Per prima cosa staccate tutti gli acini dal grappolo scartando quelli raggrinziti e tenendo solo i più maturi. Sciacquateli poi sotto acqua corrente in modo da rimuovere tutte le impurità.
- Trasferite l’uva in una pentola e cuocetela per un’ora, mescolando di tanto in tanto, meglio se con un cucchiaio di legno: questo non altererà la temperatura del composto.
- Trascorso questo intervallo di tempo l’uva si sarà separata nelle sue tre parti: polpa, buccia e semi. È il momento di passarla con il passaverdure.
- Rimettete in pentola il liquido ottenuto aggiungendo lo zucchero e, a piacere, gli aromi indicati ossia la cannella, i chiodi di garofano e la scorza di arancia prelevata con un pela patate in modo che sia più semplice da rimuovere a cottura ultimata. Inoltre, per addensare il composto e ridurre almeno in parte i tempi di cottura, unite la fecola, mescolando bene in modo che non si formino grumi.
- Portate il composto a bollore quindi abbassate la fiamma e proseguite la cottura per un’altra ora.
- Fatta la prova del piattino mettete nei vasetti sterilizzati e capovolgete in modo da formare il sottovuoto. Una volta freddi, trasferiteli in dispensa apponendo l’etichetta con nome della conserva e data di preparazione.
Se preferite un risultato più dolce vi consigliamo di provare la confettura di uva: spalmata sul pane è deliziosa.
Conservazione
La mostarda di uva si mantiene in dispensa per oltre un anno. Una volta aperta invece va riposta in frigo e consumata nel giro di un paio di settimane.
Mostarda di uva siciliana
In Sicilia la mostarda di uva è nota come mustata di uva ed è strettamente legata al periodo della vendemmia. A differenza della ricetta proposta viene preparata con il mosto di uva, ossia il risultato della pigiatura del vino.
Sebbene all’apparenza la differenza sia sottile, il gusto che se ne ricava è leggermente diverso. In origine poi per addensare la composta veniva utilizzata la farina, più povera rispetto alla fecola di patate. Al tutto veniva poi aggiunto della frutta secca tritata come noci e mandorle.
Storia e origine della mostarda di uva
È del tutto naturale domandarsi per quale motivo la mostarda di uva si chiami così. In origine infatti la mostarda era composta di soli semi di senape e si diffuse in Europa per mano dei monaci di San Maurizio.
Per ricercare le origini del nome dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, a quando la senape veniva utilizzata per conservare la frutta. In Latino infatti la mostarda di uva è chiamata Mustum ardens, chiaro riferimento al mosto, principale ingrediente della composta, e al suo sapore pungente conferitole per l’appunto dalla senape.
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