100 chef x 10 anni. I 100 chef che hanno cambiato la cucina italiana è il titolo di un libro – tutto da gustare direi! – edito da Mondadori Electa con la prefazione di Massimo Bottura, il più grande chef italiano al mondo e patron dell’Osteria Francescana di Modena. In occasione della presentazione del libro, Massimo Bottura ha avuto una riflessione molto interessante sul significato della cucina: Bottura, infatti, ha sottolineato come spesso si tenda a elevare la cucina ad arte, non negando però come talvolta cuochi e designer influenzino l’arte. Ha affermato Massimo Bottura:
Non condivido il fatto che la cucina sia arte, la cucina è artigianato. L’arte è un’altra cosa, è il pensiero più alto, l’artista è colui che rende visibile l’invisibile a tutti. È libero di esprimersi a 360 gradi. Il cuoco deve cucinare bene e fare del cibo buono.
Tornando al libro che è stato presentato, Paolo Marchi così lo descrive:
Abbiamo seguito l’ordine alfabetico per mettere tutti i cuochi sullo stesso piano, iniziando nostro viaggio dalla A di Fabio Abbattista, chef in Franciacorta, per giungere alla Z di Pietro Zito, cuoco e contadino poco fuori Andria. Tra questi due estremi, casualmente anche geografici, c’è il Buon Paese intero, con la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, sapendo bene dove affondano le radici di ognuno, quelle fondamenta che per taluni sono certezza e per altri linfa creativa.
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