Ci ritroviamo oggi per demolire un’altra leggenda metropolitana che gira sulla rete nei forum dedicati alle mamme: quando si possono dare l’anguria e gli altri frutti rossi ai bambini piccoli. Durante lo svezzamento, dopo l’anno, dopo i due, mai? Come al solito la risposta giusta è: buon senso.
L’anguria fa parte della famiglia delle cucurbitacee, ma la sua polpa rossa ricca di carotenoidi la fa accostare a frutti come le fragole che – dicono alcuni pediatri – è meglio ritardare a introdurre, pena l’insorgenza di allergie. Io (e il mio pediatra) siamo convinti che non sia così e che l’origine di eventuali allergie risiede in ben altro; ognuno, comunque, deve agire come meglio crede.
C’interessa sapere, però, che l’anguria è tra i frutti meno calorici, in quanto composta per il 95% da acqua e zucchero in quantità inferiori rispetto al resto della frutta. Inoltre è anche ricca di una sostanza che si chiama licopene, importante antiossidante capace di allontanare alcune forme tumorali come il cancro ai polmoni, quindi è particolarmente indicato il consumo ai fumatori e a chi vive in grandi città.
Quanto ai componenti più comuni, nell’anguria ci sono le vitamine A, C e B6 e un discreto quantitativo di potassio, che con questo caldo non guasta. Io non sono capacissima di sceglierla al mercato, ma chi se ne intende afferma che le angurie più pesanti in genere sono le più mature e picchiando contro la buccia, dura al punto giusto, il suono che deve uscirne è sordo e cupo, non netto e squillante. Infine pare sia meglio conservarla a temperatura ambiente: dicono che duri di più.
Foto | Raffaele Diomede
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