Deriva proprio da questo dolcissimo liquore e dalla sua ricetta originale, la famossisima espressione “andare in brodo di giuggiole” che significa in pratica essere fuori di sé dal compiacimento. Vi eravate mai chiesti cosa fosse? Beh, ecco la nostra risposta, che parte però da lontano, cioè dalla conoscenza delle giuggiole che sono dei frutti abbastanza difficili da trovare, della famiglia dei datteri e infatti sono noti anche con il nome ‘datteri cinesi’. Già conosciuti ai tempi di Omero, pare che i Romani ne considerassero l’albero, il giuggiolo, la pianta del silenzio.

Ingredienti

    1 kg di giuggiole
    2 grappoli di uva qualità Zibibbo
    1 kg di zucchero
    2 mele cotogne
    2 bicchieri di vino rosso cabernet
    1 limone, la buccia grattugiata
    acqua q.b.

Preparazione

Lasciate appassire le giuggiole per un paio di giorni senza sbucciarle. Trascorso questo tempo, sbucciatele, mettetele in una pentola, coprite con l’acqua, unite l’uva sbucciata e privata dei semi fatta a pezzetti e lo zucchero e cuocete per un’ora a fuoco basso.

Unite a questo punto anche le mele sbucciate e fatte a pezzi piccoli, e il vino rosso a fuoco vivo per farlo evaporare. Quando il liquore si starà già addensando, unite la scorza del limone, portate a ebollizione fino a ottenere un composto cremoso.

Ora che il brodo di giuggiole è pronto, passatelo con una garza da liquore, fatelo freddare e imbottigliatelo in bottiglie sterilizzate e a chiusura ermetica. Conservate in luogo fresco e buio.

Foto | Franco Folini

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ultimo aggiornamento: 21-01-2015