In fondo è solo una ‘pasta’, pur pregiata, ottenuta dai semi della pianta del cacao, eppure porta con sé un mondo ricco di suggestioni in grado di spaziare dal semplice gusto della buona tavola a implicazioni di natura psicoanalitica. Parliamo del cioccolato, argomento per ricette, eventi a tema e addirittura film, perché sia Hollywood che la nostra Cinecittà non lo hanno mai trascurato, intuendo ben presto il potere ammaliatore di questa squisitezza sopraffina oggetto del desiderio, ma anche di convegni e dibattiti nonché lezioni in ambito universitario.

Ecco quali sono i film nei quali il connubio tra cinema e cioccolato si è mostrato in tutta la sua forza.

Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato

Metafora dell’imprevedibilità dell’esistenza, come diceva nel 1994 Forrest Gump “la vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita”, noi oggi affrontiamo di assaggio in assaggio tutti i fortunatissimi incontri che il cioccolato ha avuto con il mondo del cinema. È un innamoramento, questo, che parte da lontano: dal 1971, quando il cioccolato è ancora roba da bambini e gli viene dedicato il primo “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato” con l’indimenticabile Gene Wilder nei panni del proprietario mastro cioccolataio e ideatore del goloso concorso. La favola è quella di Roald Dahl e il remake in agguato: “La fabbrica di cioccolato” è del 2005, ha gli effetti speciali onirici di Tim Burton e Willy Wonka il viso fascinoso di Johnny Depp che con questa seconda pellicola sul cibo degli dei si consacra re indiscusso del cioccolato.

Chocolat

Appena 5 anni prima, infatti, era uscito nelle sale “Chocolat”, storia dell’insana passione tra il capo degli zingari e la mastra cioccolataia Binoche che aveva avuto l’ardire di aprire una cioccolateria durante il digiuno quaresimale in un paesino della Francia del 1959.
In questo film il cioccolato, peccaminoso per i più puritani, diventa in realtà simbolo di libertà: un’esigenza dalla quale saranno sopraffatti anche i più accaniti contestatori, che finiranno per soccombere alla voluttà durante la festa che la dolce Vianne organizzerà in onore proprio della cioccolata.

Come l’acqua per il cioccolato

Seducente e irresistibile anche il rapporto tra i cognati Tita e Pedro in “Come l’acqua per il cioccolato”, scandaloso film messicano del 1992 ambientato però negli anni della rivoluzione e tratto da un romanzo di rimedi casalinghi con altrettante ricette, in cui il cioccolato compariva come panacea per l’amore e il sesso è assoluto protagonista.

Fragola e cioccolato

Che fosse taumaturgico per l’eros, comunque, lo sosteneva anche “Fragola e cioccolato”, pellicola d’autore del 1994, Orso d’Argento al festival di Berlino, che narra attraverso metafore culinarie e non la difficile situazione degli omosessuali a Cuba, attraverso i racconti autobiografici dei due protagonisti, David e Diego.

Grazie per la cioccolata

In un altro film autoriale uscito nel 2000 e firmato da Chabrol, “Grazie per la cioccolata”, il cioccolato diventa, invece, simbolo della perversione che viene a minare dalle fondamenta la vita familiare di Mika e André, pianista di fama mondiale lui, donna d’affari legata al mondo della cioccolata lei, che alla fine per preservare il suo nido non esita a farne un veleno mortale.

Bianca

Fonte di serotonina e piacere, era invece, in “Bianca”di Nanni Moretti che in questo film del 1984 inizia ufficialmente il suo rapporto di dipendenza con le forme derivate del cioccolato (dalla Nutella alla Sacher Torte) con il protagonista che annega tutte le sue angosce in un barattolone della più fortunata crema al gianduia.

Cioccolato bollente

Di tutt’altro tono, fortemente ironico, invece, “Cioccolato bollente” (1988), tratto da un racconto dei surreali Monty Python, in cui si racconta grottescamente come si possa fare un’ottima cioccolata calda con l’aggiunta di un ingrediente segreto: cadaveri umani…

Lezioni di cioccolato

E finalmente nel 2007 anche l’Italia, che di cioccolato ha molto da dire, si aggiudica il suo film a tema: la commedia romantica “Lezioni di cioccolato” con le giovani star del momento Argentero-Placido, ma soprattutto con un delizioso Neri Marcorè nei panni del maestro pasticcere della Perugina che enuclea virtù e piaceri del prodotto ‘galeotto’. Il film ha talmente successo che quattro anni dopo uscirà un sequel, un po’ meno fortunato, e certamente meno goloso.

Il cioccolato diventa coprotagonista

Sempre in bilico tra pozione e tentazione, ricordiamo che il demoniaco Al Pacino di “L’avvocato del diavolo” (1997) paragonava l’amore a una “gran scorpacciata di cioccolato”, mentre un paio d’anni prima, in “Il profumo del mosto selvatico”, il seduttore venuto da lontano, occhi e muscoli di Keanu Reeves, di mestiere faceva non a caso il rappresentante di cioccolatini. Anche in “Abbasso l’amore”, del 2003, la scrittrice femminista Barbara Novak impersonata da Renée Zellwegger, confessava di soddisfare le sue voglie più proibite con il cioccolato, mentre sarà proprio questo dolce alimento a liberare emotivamente Angélique e Jean-René, rispettivamente mastra cioccolataia e proprietario di una fabbrica di cioccolato protagonisti del film francese “Emotivi anonimi” (2010).

Se qualche volta il cioccolato ha avuto anche un potere sociale, come nel caso di Angela Finocchiaro che se ne fa spalmare tutta in “Volere volare”, esilarante commedia di Maurizio Nichetti del 1991, più spesso ha avuto un potere terapeutico e una vera e propria influenza anche sui supereroi: in “Man in Black 3” (2012) Will Smith vagava per New York con una gran voglia di latte e cioccolato, che poi si scoprirà essere la reazione chimica a un paradosso temporale; nello stesso anno Gwen Stacy, fidanzatina di Spider Man in “The Amazing Spider Man”, prima di dormire veniva colta da un irrefrenabile desiderio di latte e cacao.
Sapete che vi dico? Mi è proprio venuta voglia di una pralina fondente…

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ultimo aggiornamento: 05-09-2014