Lo spreco di cibo è senza dubbio una delle piaghe del nostro tempo. Paradossalmente esistono in contemporanea due mondi: uno è quello in cui c’è abbondanza e sovrabbondanza, con tanto spreco di cibo (e non solo), un altro in cui c’è scarsità di cibo e di altri beni di prima necessità. Un vero amante della cucina non può (e non deve) sprecare il cibo, soprattutto se si nutre in maniera cosciente, dando importanza non solo al buono, ma anche al giusto, come ci ricorda Carlo Petrini. Un esempio di lotta allo spreco è quella portata avanti dal ristorante Rub&Stub di Copenaghen, in Danimarca, aperto nell’estate del 2013. Questo ristorante si è fatto portavoce di una proposta innovatrice che dovrebbe diventare diffusa in tutto il mondo, dal momento che lo spreco di cibo tocca le corde più intime di ognuno di noi.
L’approccio del Rub&Stub al cibo è molto semplice: gli alimenti che si servono in questo ristorante, infatti, provengono dalle eccedenze dei supermercati oppure sono quello che viene prodotto in più nei campi che, se non riutilizzato in questo modo, verrebbe semplicemente gettato. Il personale – dagli chef ai camerieri – è composto da volontari e gli introiti sono poi destinati ad aiuti umanitari in Africa.
Il menù del ristorante – il cui prezzo si aggira tra i tre e quindici euro – cambia ogni giorno, a seconda degli alimenti di cui dispone. Tanto il prezzo quanto i piatti che vengono serviti sono pubblicati sul sito web del ristorante, che riporta anche gli alimenti utilizzati, gli utensili adoperati e i metodi di cottura impiegati. Il tutto, naturalmente, nel massimo rispetto dei requisiti sanitari richiesti.
Il solo pensare ai chili e chili di pranzo che ogni giorno si buttano provoca un senso di smarrimento, e la vertigine aumenta se si tratta di alimenti che possono essere usati senza alcun problema. Per questo la proposta del ristorante Rub&Stub di Copenaghen che lotta contro lo spreco del cibo mi è sembrata stupenda.
Voi che ne pensate? Se vi capita di andare a Copenaghen, fateci un salto e poi raccontateci come vi siete trovati.
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