Gli Usa sono i campioni mondiali dello street food, ossia tutto quel cibo ‘a portar via’ che viene consumato al volo, per strada e che bene o male prende la forma di un panino. Al giorno d’oggi, però, lo street food è diventata una vera e propria religione con amanti smisurati del genere e quindi altro che semplici sandwich: si realizzano vere e proprie pietanze gourmet ma da poter fruire ‘on the road’.
Noi in Italia ci difendiamo eccome, e non solo con il classico trancio di pizza al taglio (che basterebbe pure secondo me): pensate che i panini alla milza (meusa in dialetto) che si mangiano a Palermo sono l’unica specialità italiana ad apparire nella classifica dello street food mondiale migliore di sempre.
Ovviamente il cinema non è sempre così aggiornato, anche perché presumibilmente quello che si mangia in una scena non è proprio di vitale importanza per la trama (tranne in qualche caso), quindi per lo più abbiamo trovato sandwich di vario genere, ma anche qualche chicca di fingerfood come i mediorientali falafel oppure l’amatissimo milkshake newyorchese perché, quando si mangia, ogni tanto bisogna pure bere. Ecco a voi lo street food al cinema.
A beautiful mind
L’incredibile storia vera del matematico John Nash, Premio Nobel nel 1994, viene sapientemente interpretata sullo schermo appena 7 anni dopo da Russell Crowe in uno dei suoi ruoli meglio riusciti, a mio avviso. Il film è delicato, piacevole e struggente insieme come può esserlo solo una storia d’amore infinita come quella tra John e la moglie che gli resterà accanto fino alla fine e vivrà con lui tutta la sua terribile malattia: la schizofrenia. Un male oscuro e particolarmente penoso per chi è abituato ad avere il controllo – matematico, appunto – sulla propria mente, ma a un certo punto scopre che c’è qualcosa di più grande e di più pauroso. Oltre a essere un film introspettivo, comunque, A beautiful mind è anche una pellicola sull’emarginazione sociale del malato mentale causata dall’ignoranza nei confronti di certe manifestazioni e fissazioni, come quella di mangiare, per pranzo, sempre lo stesso sandwich al tonno.
È complicato
Ritroviamo anche oggi questa bella commedia sull’amore che non finisce mai, anche quando deve passare attraverso dolori come relazioni extraconiugali e perfino un divorzio. D’altronde, come scriveva qualcuno, i grandi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano, no? Quello nella storia è il grande amore tra Jane e Jake, che hanno ormai una certa età, ma nonostante gli screzi non si sono mai dimenticati. Lei gestisce un ristorante specializzato in cucina francese e proprio con questo panino tipicamente parisienne, il croque monsieur, cerca di sedurre il suo architetto Adam, nell’ennesimo, strenuo tentativo di lasciarsi alle spalle l’ex marito.
Harry ti presento Sally
Se un ‘semplice’ sandwich al pastrami (carne essiccata e speziata tipica della cucina ebraica nda) facesse a tutti l’effetto che fa alla nostra Sally, credo che non mangeremmo altro… Scherzi a parte, questo film che ha consacrato Meg Ryan e Billy Crystal nell’Olimpo dei grandi di Hollywood è sicuramente tra i 10 migliori cult degli anni ’80. La tavola calda dove è ambientata la scena in questione, tra l’altro, è diventata a NY meta di pellegrinaggi di fan e appassionati e la specialità della casa è, ovviamente, ancora questo sandwich.
Spanglish
Commedia degli equivoci… linguistici, Spanglish, il cui titolo ricalca il nome con cui negli Usa chiamano quella curiosa lingua che esce fuori dalla contaminazione tra inglese e spagnolo che parlano gli immigrati del Sudamerica. Ma questo sandwich alle uova riuscirà a colmare la distanza linguistica tra la governante ispanica Flor e il padrone di casa John, chef di grido, come solo l’universale linguaggio culinario sa fare.
Edward mani di forbice
Trasposizione di Frankestein in chiave moderna, Edward mani di forbice è un altro di quei film che hanno fatto la storia della commedia hollywoodiana, non foss’altro che per aver lanciato – scusate se è poco – Johnny Depp e Wynona Ryder. La storia è quella della classica creatura incompiuta che alla morte dello scienziato pazzo di turno viene ritrovata dagli eredi che la riportano in vita. Diffidenza quando non addirittura la paura del diverso s’impossessa di tutto il vicinato, almeno finché non si scoprono le numerose utilità di quelle mani con lame taglienti di forbici. Certo, per Edward, però, non sono comodissime per mangiare, così si adatterà a nutrirsi di sandwich, come questo, buonissimo, al pollo, ricotta e zucchine.
Basilicata coast to coast
Ritroviamo anche questa settimana ‘l’ode’ al panino con la frittata della madre, cantata da Nicola, il personaggio di Rocco Papaleo in Basilicata coast to coast, originale road movie lucano che narra l’impresa disperata e possibile di un gruppo folk formato da individui, diciamo problematici, ognuno a suo modo. Importantissimo, secondo Nicola, per un panino alla fritta perfetto, è che la frittata si ‘sposi’ con la mollica di pane.
The Millionaire
Un ottimo panino dalle suggestioni esotiche si può preparare con il chapati, il pane indiano che ogni tanto il protagonista di questa drammatica storia di voglia di rivincita e di riscatto si è trovato a dover rubare pur di sopravvivere. Ma ecco l’occasione della vita: Jamal partecipa al ben noto quizzone e arriva all’ultima domanda, proprio a un passo dal milione di rupie. Come avrà fatto lui che è un ragazzo di strada, nato e cresciuto alla periferia di Mumbai? Se lo chiede anche la polizia, che lo arresta prima che possa terminare il gioco, perché per certi ‘ultimi’ il riscatto non deve arrivare mai davvero.
Ti presento i miei
Primo della fortunata ‘saga familiare’ tra Byrnes e Focker, cioé le due famiglie d’origine di Greg e Pam, qui ancora solo fidanzati, il film racconta il weekend in cui il timido infermiere incontra per la prima volta l’implacabile futuro suocero. Molta parte delle gag del film si basano sulle differenze culturali tra ebrei e cristiani, perché mentre Greg è ebreo, Pam e la sua famiglia sono cristiani. E quindi via libera agli stereotipi, come quelli sugli ebrei mangiatori di ciambelle che in Usa si chiamano ‘bagel’ e che nella loro versione salata sono ottime da farcire per realizzare un delizioso sandwich.
Tu, io e Dupree
Avete presente quando un matrimonio rischia di rompersi per un amico/a un po’ troppo invadente? Ecco, è la storia di Carl e Molly alle prese con Dupree, uno scapolo irriducibile e scapestrato che porterà nella loro vita e nella loro casa molto scompiglio. Esilarante la scena in cui Molly torna stanca dal lavoro e si ritrova il salotto invaso da un’orda di uomini trasfigurati dal football che ruttano birra e divorano nachos, i quali, presi da soli, sono un favoloso street food a base di mais tipico della cucina tex-mex.
La fortuna di Cookie
Street food messicano per eccellenza, queste enchiladas eccezionalmente ripiene di pesce gatto, sono quelle che stava portando il tuttofare Wills all’anziana Jewell – detta Cookie – quando lo arrestano per l’omicidio di lei. In realtà Cookie si è suicidata, un’idea che le frullava in testa da tempo perché desiderosa di ricongiungersi presto con il marito, mancato anni prima. Solo la nipote Amy, l’unica con cui la signora andasse d’accordo in famiglia, non crede alla tesi dell’assassinio e contribuirà a scagionarlo.
Saturno contro
Supplì e crocchette sono il principale street food romano e Roma è dove il regista turco Ozpetek ambienta tutti i suoi film. Ecco, quindi, queste crocchette alla ricotta ricorrere nelle interminabili cene (vabbé, sono buone anche mangiate a casa comodamente seduti) durante le quali gli 8 protagonisti di questo film si raccontano. Ed è sempre durante una cena che Luca si sente male e muore, sconvolgendo in un attimo e per sempre tutte le loro vite…
E morì con un falafel in mano
Street food per eccellenza della cucina marocchina esportato in tutto il mondo, il falafel – piccola e gustosa polpettina di ceci – arriva anche in Australia, nelle mani di Flip che viene trovato morto così, davanti alla tv, dall’amico Danny. Da questa scena con cui il film comincia, s’innescano una serie di flashback che approfondiscono gli ultimi sei mesi dei due protagonisti della fortunata pellicola girata nel Duemila.
Manhattan
Concludiamo la nostra carrellata di street food con una street beverage: il milkshake, bevanda a base di latte e gelato che fu consacrata proprio da una scena di questo film di Woody Allen, classe 1979. La giovanissima Tracy, infatti, conquista il quarantenne Isaac che la nota proprio mentre sorseggia uno di questi ‘bibitoni’, fino ad allora considerati appannaggio esclusivo di ragazzini senza problemi di diabete. Poi, però, la metamorfosi: il milkshake diventa la bibita più trendy sul mercato, tanto da essere soprannominato ‘metropolitano’, dalla città di New York dove si ambientava il film. Ecco, a proposito: come tutte le storie con un’enorme differenza di età, anche questa era destinata a finire…
Foto | Micolo J
Riproduzione riservata © 2024 - GB