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Trofie fatte in casa

Semola di grano duro, acqua e sale: sono questi gli ingredienti necessari per preparare le trofie, la pasta tradizionale della cucina ligure.

Le trofie sono un formato di pasta tipico della Liguria ma diffuse anche nelle zone confinanti del Piemonte. Hanno forma attorcigliata di circa 4 cm di lunghezza che ricorda quella di un cavatappi. Per realizzare le trofie fatte in casa occorre un minimo di manualità ma vedrete che, con un poco di pratica, andrete via via migliorando.

Il condimento per eccellenza delle trofie è il pesto alla genovese. Tuttavia questo formato di pasta fresca ha conquistato pressoché tutta la penisola, declinandosi di volta in volta in moltissime ricette. Vediamo come prepararle utilizzando solo semola rimacinata e acqua, come vuole la tradizione, e alcune idee per condirle.

Ingredienti

Per le trofie

  • Semola rimacinata di grano duro – 400 g
  • Acqua – 220 ml
  • Sale fino – 1 pizzico

Preparazione

Come preparare le trofie fatte in casa

1

Iniziate mettendo la farina in una ciotola capiente con il sale, aggiungete l’acqua un po’ alla volta mentre impastate. Impastate con le mani fino ad ottenere un panetto compatto e sodo. Coprite con una canovaccio pulito e lasciate riposare per 30 minuti.

2

Prendete un pezzetto di impasto, formate una pallina grande quanto una nocciolina, posizionatela sotto il dito indice e rotolatela sotto il palmo della mano tirando verso di voi. Muovendo la mano in senso opposto, date la forma attorcigliata sfruttando solo la parte esterna della mano stessa. Proseguite in questo modo fino a terminare l’impasto a vostra disposizione.

3

Potete cuocere le trofie fatte in casa subito, in abbondante acqua salata per 2-3 minuti, oppure lasciarle asciugare all’aria qualche ora.

Ecco un video che mostra il movimento da fare con il palmo della mano per ottenere la caratteristica forma.

Questo formato di pasta, oltre al già citato pesto alla genovese, è ottimo con la salsa di noci, altro vanto della cucina ligure. Allontanandoci un po’ dalla tradizione, vi consigliamo di provare le trofie con zucchine e gamberetti, con speck e noci oppure la deliziosa variante al forno.

Origine e storia

L’origine delle trofie è alquanto umile. Nascono nelle case delle massaie dell’entroterra ligure che le preparavano con un particolare ferro da maglia (bicela, o buffetto) per poi venderle. In breve tempo la domanda aumentò al punto che a Sori, paese del Golfo Paradiso, nel 1977 venne inventata la prima macchina per produrre trofie. Nacque dal genio inventivo di tale Bacci Cavassa e il primo a possedere il macchinario fu il pastificio Novella.

Le trofie di Sori possono vantare dal 2019 il marchio De.Co., denominazione di origine comunale e nel paese, dal 1985, si tiene tutti gli anni una sagra dedicata proprio a questo prodotto.

Il nome (si possono trovare sia come trofie, più grandi, che come trofiette, più piccole e affusolate) ha un’etimologia incerta. Potrebbe derivare sia da due termini in greco antico, trophe (nutrimento) o trépho (torcere) che dal genovese strafuggià, ossia strofinare. Nel dizionario etimologico Battisti e Alessio invece, se ne sottolinea il legame con tronfio.

In tutti i casi stiamo parlando di un formato di pasta attorcigliato (un po’ come i fusilli) che viene simpaticamente chiamato risso da baché ossia truciolo. Anche in Sardegna esiste una ricetta che le vede come protagoniste. Sono le truffiette di Carloforte, un comune del Sulcis che vanta una massiccia presenza ligure.

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